Navigando … navigando qua e là e pensierini sul blog
Quando abbiamo costruito sito e blog, ormai sono quasi 15 anni, web e social erano davvero poca cosa e noi con la nostra piccola barchetta eravamo come Cristoforo Colombo verso l’America . Tutto cambia in continuazione alla velocità della luce, la comunicazione via web ha invaso la nostre vite, sostituendo praticamente il dialogo umano. Ce ne accorgiamo anche con il blog, il dialogo veloce da chat si è spostato su fb, il blog è diventato uno sportello virtuale, difficilmente troviamo le discussioni che invece si fanno su fb, che sono belle alle volte anche divertenti ma dispersive e non organizzate non hanno contenuti stabili di cui rimanga memoria, è una conversazione caotica e veloce che si perde tra centinaia di messaggi, risposte casuali anche sbagliate .. le chat rispondono soprattutto al bisogno di comunicare i propri sentimenti e stati d’animo, leggo conversazioni anche intime che io, a causa della mia età, non farei mai via web ma con un’ amica . Da questo punto di vista il blog è altra cosa , conserva le conversazioni, le organizza, le archivia e persone competenti , oltretutto colleghe, rispondono a tutto anche al bisogno di comunicare stati d’animo privati.
Ieri, scorrendo la pagina fb che frequentiamo anche noi non collegata al blog, mi sono imbattuta in una conversazione che mi ha veramente turbata …. una collega comunicava le sue dimissioni con sollievo perché non ne poteva più e i commenti a questa decisione, dal mio punto di vista molto negativa, sono stati per la maggior parte di congratulazioni , auguri ecc. e anche invidia . Non è la prima volta che leggo conversazioni di questo tipo, mi sono chiesta, sconsolata, cosa sta succedendo al lavoro delle donne, stiamo tornando a casa ? il lavoro non è più importante ? non abbiamo più bisogno di essere indipendenti ? Lo chiedo a voi, colleghe e naviganti del blog, la vita, la maternità, la famiglia, i figli, lo stress in studio e nella vita sono diventati così pesanti da costringerci a rinunciare al lavoro ? spiegatemi ho davvero bisogno di capire. Apriamo una discussione qui , secondo me ne abbiamo tutte bisogno e magari ci aiutiamo a trovare strade che non ci costringano a lasciare il lavoro .
Come vedete il blog ora si è stabilizzato, sta procedendo il collegamento con i territori, abbiamo apportato le necessarie modifiche, usiamolo! In questi anni abbiamo sempre cercato di andare oltre le semplici informazioni, pur importanti, lo sapete siamo lavoratrici come voi e conosciamo la categoria come le nostre tasche, capiamo le difficoltà ma, care colleghe, per risolvere i problemi fare le semplici utenti chiedendo informazioni non basta, bisogna fare di più e il blog serve anche a questo: all’organizzazione sindacale, molti tavoli regionali sono aperti e il contratto nazionale scadrà l’anno prossimo, l’ estate passa in un amen … usiamo questi mesi per discutere insieme, molti problemi e difficoltà, non tutti, possono trovare una strada nella contrattazione. Per renderci la vita meno complicata tra un po’ apriremo proprio questa pagina.
Siamo donne che lavorano e dobbiamo uscire dal privato femminile e ragionare da lavoratrici donne, risolvendo i problemi e non subendoli. Vi aspettiamo con impazienza ! patrizia
In questa foto Irene ed Emilia
patrizia
01/06/2017 - 20:51
ciao livia carissima, so cosa provi , è capitato anche a me , ho lavorato 42 anni negli studi, gli ultimi anni sono stati durissimi e mi sono trovata in una situazione di mobbing simile alla tua, meno così pesante e non per la maternità. Allo star male ho risposto istintivamente con le dimissioni .. sbagliando infatti le ho ritirate è seguita trattativa su orario e altro continua e stressante che però ha limitato i danni. Mi ha molto aiutato l'attività sindacale , sia per sapere come muovermi in una situazione simile e anche per i riconquistarmi il rispetto di me stessa, visto che è la prima cosa che perdi. Quindi so cosa provi. Quando parlo di sollievo era riferito al fatto che comunque perdere il lavoro non può essere un sollievo , uscire dalle situazioni difficili è un sollievo mi segui? Ora non serve subire ti distruggeranno è questione di tempo contano proprio sul "sollievo " che proverai scappando. Ci sono delle cose che si possono fare se vuoi proviamo a darti una mano , dimmi tu se possiamo contattarti personalmente , ci possiamo telefonare .. insomma siamo qui ! patrizia cgil PS hai usato cadiprof per la maternità?
Livia
01/06/2017 - 18:47
Ciao Patrizia, rispondo alle tue riflessioni su quanto hai letto di un'impiegata che ha dato le dimissioni "con sollievo perchè non ne poteva più". Io lavoro in uno studio notarile da quasi 10 anni. Sono un primo livello e lavoro part-time. Tutto perfetto, fino a quando sono rientrata (lo scorso novembre) dalla maternità. Prima che rientrassi, il mio datore di lavoro mi ha detto che potevo anche non rientrare, che non avevo più la mia scrivania, nè le mie mansioni. Che "la macchina" era ormai petfetta così e che io "ero di troppo". Mi ha fatto prendere le ferie di cui non avevo usufruito per ritardare il mio rientro. Sperando che non rientrassi. Ma io sono tornata a lavoro, perchè mi piaceva il mio lavoro e (cosa non secondaria) ho bisogno di lavorare, avendo un mutuo da pagare e 2 figli da crescere. Da quando sono rientrata (sono ormai 7 mesi) è uno scontro e un'umiliazione quotidiana. Mi ha messo in una scrivania isolata dal resto dell'ufficio e attaccata alla stampante che è perennemente in funzione (nb quando sono rientrata ero ancora in allattamento). Non mi saluta quando arriva in ufficio, nè quando va via. Mi rivolge parola a fatica. Ho avuto una contestazione disciplinare scritta a cui, sbagliando, ho risposto per scritto (sbagliando, perchè non sapevo che potevo non rispondere per scritto ma farmi ascoltare a voce in presenza di un mio sindacalista di riferimento). Ed è seguita la lettera di richiamo scritta. Siamo a giugno, e ancora non so se e quando mi verranno concesse le ferie estive. Ho paura anche a chiedergliele. Ho paura di fare errori nel mio lavoro. Sono stanca di questa situazione, non dormo la notte, la mattina al pensiero di dover andare a lavorare, inizio a vomitare. Quando esco dall'ufficio inizio a piangere e ultimamente non riesco a smettere neanche di fronte ai miei figli (una bimba di 4 anni e mezzo e un bambino di 17 mesi). Ho fatto un figlio. Non ho ucciso nè fatto del male a nessuno. Sto cercando altro, ma purtroppo di questi tempi non si trova nulla. Se potessi permettermelo economicamente darei le dimissioni anch'io "con sollievo" perchè non ne posso più. Un saluto. Livia