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FONTE le risposte di Marco Rossi

07/05/2015 - 10:44

  1.   sara dice:
    20 Aprile 2015 alle 08:37

buongiorno, avevo gia esposto le mie perplessità su altra sezione del blog, espongo qui le mie domande in modo da avere risposte da un esperto in materia (senza togliere nulla alle blogger presente !!):

– io sto valutando di fare fondo pensione in quanto al 31/12 i miei datori di lavoro hanno liquidato il tfr a tale periodo, avendo avuto una bella batosta di tasse opterei per piano previdenziale, ho già chiesto ai miei capi ma in primo luogo mi è stato detto che il ns. contratto non prevede fondo previdenziale e nessuna loro integrazione, cosa della quale ho avuto modo di appurare che non è vera, io sto valutando anche un pip di compagnia assicurativa, vorrei capire cosa cambia tra sottoscrivere un pip privato o un piano previdenziale con fondo di categoria, inoltre, dato il nuovo emendamento che prevede la contribuzione da parte del datore di lavoro sia nei fondi aperti che chiusi, la percentuale è diversa o per contratto st. professionali è l’1,55% in entrambi i fondi ? Allo stato attuale il contributo a carico del datore di lavoro è obbligatorio solo per i Fondi Chiusi contrattuali, (art. 8 comma 2, Dlgs  5 dicembre 2005 nr. 252). La modifica di cui parli è presente nel disegno d legge sulla concorrenza attualmente fermo alla camera.

il trasferimento invece come funziona solo da pip privato a fonte o anche il contrario ? Da Fonte alla Polizza individuale è gratuito e basta una comunicazione al Fondo senza nessuna condizione, il contrario potrebbe non essere possibile, dipende dalle condizioni che sottoscrivi nella polizza individuale, potrebbe essere addirittura soggetto a penali.

scusate per le mille domande ma prima di sottoscrivere un contratto vorrei avere le idee ben chiare. grazie mille e buona giornata

sara

  1.     IreFi dice:
    21 Aprile 2015 alle 23:06

Posto una domanda così come l’ho ricevuta per e-mail (faccio un copia incolla) perchè vedo che il suggerimento di trascriverla qui non è stato accolto.. spero almeno che venga poi letta la risposta da Daniela che mi ha contattata e, credo comunque che possa essere utile a molti.

“Ciao Irene, intanto grazie. Dunque ti spiego. Ho lasciato il TFR in azienda (fra l’altro prima mi facevano firmare ogni anno un foglio e quest’anno non me lo hanno chiesto). Adesso ho visto un fascicolo in studio dal quale risulta che il mio capo ha investito il mio TFR in un fondo/polizza a nome suo.
1) quando terminerà il rapporto di lavoro, comunque lui dovrà darmi l’importo spettante subito o devo attendere che lui riscuota la polizza?

Naturalmente senza conoscere le condizioni della polizza non siamo in grado di darti una risposta puntuale, tuttavia questo tipo di polizze di norma prevedono che il TFR venga liquidato nei tempi previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

2) posso pretendere che non investa il mio TFR? No perché fino alla fine del rapporto di lavoro la “disponibilità del TFR” è in capo al datore di lavoro. Cioè su questa manovra lui ci guadagna sulle mie spalle!? o, al contrario, se ci perde, ci perde lui e basta vero? L’importante è che il datore di lavoro alla fine del rapporto di lavoro ti dia quello che è di tua competenza (il totale del TFR maturato comprensivo della rivalutazione anno per anno prevista dalla legislazione, meno la tassazione).

3) posso decidere in qualunque momento di non tenerlo più in azienda o devo attendere l’inzio del prossimo anno?  Puoi decidere in qualsiasi momento l’eventuale iscrizione ad un fondo di previdenza, questa decorrerà dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

4) nel caso in cui decida di investirlo io in un fondo, confluirà tutto l’importo? Dipende da quando sei stata assunta, se sei stata assunta dopo il 28 aprile del 1993 confluirà tutto il TFR maturando, se sei stata assunta prima puoi destinare solo il 50% del TFR maturando (per maturando si intende il TFR che maturerà a partire dal mese di iscrizione al Fondo). quali sono i rischi di sottoscrivere un contratto rispetto a lasciarlo in azienda? Per poterti rispondere in maniera esaustiva dovrei scrivere molte pagine e allegare grafici, non è lo spazio del BLOG adatto ad una spiegazione complessa. Posso dirti in sintesi che i dati statistici dicono che il TFR nei Fondi Chiusi di Previdenza complementare rende sensibilmente di più di quello lasciato in azienda, che la tassazione è più favorevole e che costano molto meno dei Fondi aperti o delle Polizze individuali. Che per legge i Fondi Chiusi non possono fallire, e che c’è un apposito fondo di garanzia dell’INPS per il TFR destinato alla Previdenza Complementare.

Scusami tanto per le mille domande ma ho timore di perdere tutto. Grazie ancora, aspetto tue risposte. Gentilissima come sempre. Ciao Daniela”

  1.   Angy Firenze dice:
    22 Aprile 2015 alle 09:58

Buongiorno Sig. Marco Rossi, una domanda forse ridicola ma che mi perseguita da tempo:
– ho aderito al fondo pensione, un primo tempo PREVIPROF, con il 50% del TFR distribuito su garantito e moderato. Poi in un secondo tempo, come Lei certamente saprà, il fondo Previprof è confluito in Fonte. la domanda è questa: non riesco a ritrovare nel mio profilo aderente (fonte) i versamenti fatti con previprof. Io avevo capito che confluendo in Fonte si sarebbero “aggiunti” ai futuri versamenti. Come funziona esattamente?  Doveva andare esattamente come hai descritto. Invia una mail a FONTE con i tuoi dati, specificando che provieni da PreviProf, e chiedi spiegazioni all’indirizzo aderenti@fondofonte.it

Grazie

  1.   Andrea dice:
    22 Aprile 2015 alle 10:28

Buongiorno,
sono iscritto a Fonte dal 2009 (all’inizio Previprof) e all’epoca scelsi di ripartire i miei versamenti 50% al BILANCIATO e 50% al GARANTITO (nel 2009 c’erano solo questi 2).
Ad oggi è previsto che vada in pensione tra 30 anni (2045).
Chiedevo se la mia scelta è da considerarsi troppo “prudenziale”. Grazie Andrea

Ognuno deve decidere qual è il suo “profilo di rischio” cioè la sua disponibilità a rischiare e in che misura. Genericamente in un arco temporale lungo gli asset di investimento con percentuale azionaria alta hanno un rendimento maggiore; teoricamente nel caso di FONTE si potrebbe ipotizzare in un arco di 30 anni che i primi sette anni si investa nell’asset DINAMICO, i successivi sette anni si passi al CRESCITA, poi al BILANCIATO, ed infine al GARANTITO, tale percorso fa si che tanto più ci si avvicina alla pensione tanto più si abbassa il rischio,  i trasferimenti da un asset all’all’atro sono gratuiti, questo è il link dove trovai tutte le informazioni sui 4 asset di Fonte. http://www.fondofonte.it/gestione-finanziaria/

  1.  Alessia dice:
    22 Aprile 2015 alle 12:39

Gentile Marco Rossi,

io ho visitato il sito di FON.TE. e letto tutto il possibile, è fatto molto bene e dà moltissime spiegazioni di come funziona il fondo.

La mia domanda riguarda un “confronto” tra il TFR lasciato classicamente in azienda e l’adesione a Fonte. Al termine del rapporto di lavoro se un lavoratore ha il TFR in azienda lo percepirà al netto dell’imposta Irpef dico bene? In che misura, secondo i normali scaglioni Irpef? Ho letto di un “reddito di riferimento”, può spiegarmi in modo che io capisca e possa farmi un calcolo di convenienza? Il d.lgs 47/2000 ha innovato profondamente la disciplina fiscale del TFR dal 1° gennaio 2001. La tassazione separata è una particolare modalità di applicazione dell’Irpef prevista per la tassazione di quei redditi che si formano in un lungo lasso di tempo ma vengono percepiti in  unico periodo d’imposta. In questo modo si evita che tali redditi siano tassati interamente nel periodo in cui concorrono a formare il reddito complessivo, evitando l’assoggettamento all’aliquota marginale irpef. Il regime di tassazione separata si applica sul TFR maturato alla data di risoluzione del rapporto di lavoro (data in cui matura il diritto del lavoratore alla prestazione), diminuito delle rivalutazioni già assoggettate ad imposta sostitutiva. La base imponibile così individuata viene assoggettata all’aliquota IRPEF di riferimento che corrisponde all’importo ottenuto dividendo il TFR maturato, per il numero di anni e frazione di anno di servizio del lavoratore e moltiplicando il risultato per 12. In questo modo il TFR viene sottoposto ad un’aliquota media.

Poi: i versamenti a Fonte del TFR vengono fatti mensilmente? No i versamenti a Fonte sono trimestrali posticipati (Gen, Feb e Mar, vengono versati entro il 15 aprile, e così via) Mentre l’accantonamento TFR in azienda è come dire “virtuale”? Il calcolo va fatto mese per mese, se si supera il numero di 50 dipendenti va versato al Fondo di tesoreria, se meno di 50 dipendenti è una decisione del datore di lavoro cosa fare, ma comunque non sono soldi suoi..

 Questo per capire se in pratica il datore di lavoro avrà un certo importo mensile (equivalente al mio TFR mensile) da pagare in più. Inoltre i contributi versati sono direttamente deducibili in busta paga, senza quindi bisogno di inserirli nel 730?

I versamenti alla Previdenza Complementare non sono soggetti ad aliquota IRPEF, vengono esclusi direttamente dal sostituto di imposta e non vanno riportati sul 730.

Infine: se decido di aderire a Fonte l’importo TFR finora accantonato in azienda rimane dov’è? SI Lo posso esigere? Solo alla fine del rapporto di lavoro, puoi eventualmente chiedere delle anticipazioni, dopo otto anni di anzianità, per acquisto o ristrutturazione prima casa o per spese mediche. Oppure lo posso stornare interamente a Fonte? VEDI RISPOSTA 2 PUNTO 4

La ringrazio infinitamente per le risposte e ringrazio anche chi si è prodigato per invitarla a rispondere a tutti i nostri quesiti!

Alessia FVG

p.s. una curiosità: leggevo le statistiche del fondo divise per regione e nella mia (Friuli Venezia Giulia) sono veramente pochissimi ad aver aderito per quanto riguarda gli studi professionali… questo perché non è conosciuto o ci possono essere altre motivazioni?

Le ragioni possono essere diverse, scarsa pubblicità, contrarietà dei datori di lavoro e  che in Friuli c’è anche un fondo regionale di Previdenza Complementare.

  1.   Claudia dice:
    22 Aprile 2015 alle 13:00

Buongiorno,
vorrei sapere esattamente di cosa si tratta. Cos’è il fondo pensione Fon.te? E’ un fondo chiuso contrattuale, costituito dalle parti sociali. Come funziona? Che tipo di versamenti sono previsti? Trovi tutte le informazioni (complete ed esaustive) a questo link http://www.fondofonte.it/domande-e-risposte/conosci-il-fondo-pensione-fon-te/ Conviene investire parzialmente o integralmente? Vedi risposta 2 punto 4 C’è un tasso di rischio basso, medio o alto? Non esiste un tasso di rischio perché per legge un fondo di previdenza complementare chiuso non può fallire, Fonte non può fare investimenti rischiosi per legge e statuto. Il capitale versato e gli eventuali interessi quando verranno corrisposti? trovi tutto qui http://www.fondofonte.it/prestazioni/prima-del-pensionamento/

In corso di contratto si può cambiare idea? No fino alla fine del rapporto con lo stesso datore di lavoro con cui ci si è iscritti. Consulta l’art. 14 della Decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252

Si può controllare lo stato del proprio investimento, ad esempio interessi? Si nella Anagrafica c’è la posizione individuale completa con i versamenti divisi tra le varie voci.

Grazie.
Claudia.

  1.   maria dice:
    22 Aprile 2015 alle 13:48

Sono dipendente di uno studio notarile da ormai 25 anni e la domanda che vorrei porre è la seguente:
1) nella mia situazione contributiva conviene aderire al fondo pensione?

Se ti iscrivi a Fonte ottieni una percentuale del 1,55% del tuo lordo annuo a carico del datore che altrimenti non avresti, una tassazione sul TFR massima del 15% contro il 23% minimo in azienda, un rendimento più alto rispetto al TFR lasciato in azienda
2) se si cosa è più conveniente fare (confluire tutto o solo parte del TFR)? VEDI RISPOSTA 2 PUNTO 4
Vi ringrazio se potete darmi delle indicazioni su come muovermi. Grazie Maria

  1.   Sonia dice:
    22 Aprile 2015 alle 14:26

Oltre a quanto già chiesto, vorrei capire che cosa significa iscrivere anche i familiari a carico, vorrei capire se si dovesse provvedere che cosa comporta a livello di oneri e di prestazioni.

Il contributo che il lavoratore aderente sceglie di versare per il soggetto fiscalmente a proprio carico deve essere indicato nel modulo “Contribuzione per i soggetti fiscalmente a carico1 ”. Dalla prima contribuzione sarà trattenuta la quota di adesione al Fondo pari ad € 15,50. La misura della contribuzione è liberamente determinabile; tuttavia, in base alle disposizioni fiscali attualmente vigenti in materia di previdenza complementare i contributi versati ad una forma pensionistica complementare sono deducibili nel limite massimo di € 5.164,57 annui. Con riferimento alle contribuzioni versate in favore del soggetto fiscalmente a carico, ricordiamo che detti importi dovranno essere dedotti prioritariamente a valere sul reddito annuo del soggetto fiscalmente a carico (se prodotto) e per il residuo potranno essere computati in riduzione del plafond di deducibilità relativo all’aderente non ancora saturato attraverso la contribuzione personale di quest’ultimo. Le prestazioni per il soggetto fiscalmente a carico sono le stesse previste per il dipendente aderente.

9.  Elisabetta – Brescia dice:
4 Maggio 2015 alle 18:20

Buongiorno, non riesco ancora a capire se il contributo da parte dei datori di lavoro ora spetta anche a chi come me, non ha il fondo di categoria ma uno fatto con Intesa Sanpaolo.

Vedi Risposta 1 secondo capoverso.

UN RINGRAZIAMENTO A MARCO ROSSI CHE SPERIAMO ABBIAMO FATTO “LUCE” SUL FONDO FONTE

 

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