I professionisti e i loro dipendenti (cioè coloro che sono impiegati, a vario titolo, negli studi professionali) dovranno fare a meno della cassa integrazione in deroga in futuro. è questo ciò che è toccato al nostro settore. Non è bastato, tuttavia, che il comparto professionale rappresentasse una voce tutto sommato non onerosa (nel 2013 sono state autorizzate appena 3.510.692 ore, a fronte di un monte complessivo di ben 273.421.048 ore): il futuro, per gli oltre 8 mila professionisti e dei loro dipendenti che l’anno scorso hanno usufruito della cig in deroga, è più che mai a rischio.
Le speranze sono riposte nelle Regioni
Il problema è che i professionisti, secondo l’ordinamento italiano, non sono delle imprese, ma solo “dei datori di lavoro”. Una differenziazione che non risulta avere equivalenti all’interno dell’Unione Europea, e contro la quale si sono battute sia la Conferenza Stato-Regione (la quale aveva chiesto uguali coperture per tutti i lavoratori), sia la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. In particolare, quest’ultima, proprio durante le consultazioni dell’esecutivo in materia di riordino degli ammortizzatori sociali, aveva sottolineato la necessità di utilizzare la dicitura “datori di lavoro”, allo scopo di includere tra i beneficiari anche gli studi professionali.
Il Governo, tuttavia, sembra aver deciso di proseguire lungo una strada ben diversa, e le speranze adesso sono ridotte davvero al lumicino. Le Regioni hanno ottenuto uno stanziamento di 70 milioni di euro per la cig in deroga ancora non vincolato alle nuove regole, e fino al 31 dicembre 2014 potrebbero riconoscere la prestazione a sostegno anche dei professionisti.